Le rotelle da pasta: strumenti di ieri e di oggi
Le rotelle per la pasta sono strumenti che, generalmente, riportano tutti ad un passato fatto di ricordi domestici, di giornate passate nelle cucine di mamme e nonne, come piccoli aiutanti alle prese con la pasta fresca.
In realtà sono attrezzi utilizzati da sempre, senza distinzione, sia in ambito professionale che casalingo. L’unica differenza tra i due utilizzi è che nel primo caso lo strumento è costituito da una serie di rotelle poste l’una accanto all’altra, la cui distanza è regolabile da un meccanismo simile ad una fisarmonica (il nome dell’attrezzo è bicicletta), nell’uso domestico invece prevale la versione che tutti conosciamo.
Al Loison Museum è presente una collezione di rotelle di dimensioni e materiali assai diversi tra loro, comprese tra gli anni Trenta e Settanta del secolo scorso.
La rotella tagliapasta, chiamata anche speronella in alcune zone d’Italia, è uno di quegli strumenti di cucina che è giunto quasi immutato fino a noi. Sebbene infatti, soprattutto in passato, potesse essere costituita da differenti materiali e avere manici di diverse forme (anche di animale o di esseri mitologici portafortuna), la struttura complessiva era la medesima in tutti i casi. L’unica sostanziale modificazione che subì nel tempo è nella sommità (la parte funzionale dell’oggetto) che era inizialmente costituita da una sorta di pungiglione con cui la pasta veniva bucata e, nel Basso Medioevo, venne gradualmente sostituito dalla rotella come la conosciamo oggi. Questa modificazione, apparentemente banale, fu invece funzionale alla praticità dell’oggetto ed al suo utilizzo continuo e prolungato, permettendo, al tempo stesso, di ottenere uniformità nei risultati.
Nel corso del tempo questo strumento fu emblema di ricchezza e benessere, soprattutto in relazione ai materiali con cui era costruita: se infatti il legno era tipico delle cucine di campagna o, in generale, dei ceti bassi, nelle ricche case dei nobili o di proprietari terrieri non mancavano perfino esemplari in argento con manico d’osso o madreperla. Nel corso dell’Ottocento inoltre il ventaglio di materiali impiegati per la sua realizzazione si ampliò considerevolmente, sia in funzione al ceto, che agli utilizzi o alle zone di produzione: al legno o al pregiato argento si affiancarono materiali nuovi, a volte anche più delicati, come ceramica e porcellana.
Curiosità! Il primo esemplare di rotella da pasta
Anche le testimonianze della sua esistenza sono antiche e risalgono addirittura a prima dell’avvento di Cristo. Il primo esempio conosciuto della sua raffigurazione infatti risale al IV secolo a. C., all’interno della tomba etrusca detta “Tomba dei Rilievi”, presso Cerveteri, il cui nome deriva dal fatto che gli elementi del corredo funebre della famiglia a cui apparteneva erano rappresentati in rilievo.
La sua presenza all’interno degli ambienti di cucina professionali è attestata per iscritto la prima volta nel 1549 nell’opera “Banchetti composizione di vivande e apparecchio generale” di Cristoforo di Messisbugo, cuoco italiano della prima metà del Cinquecento. Nello stesso ambito, la sua prima rappresentazione fu nel 1570 da parte di Bartolomeo Scappi nella sua celeberrima opera.